1. DATA MODEL
Lo statuto presenta caratteristiche intrinseche ed estrinseche ben individuabili: la distribuzione del testo; la partizione in rubriche accorpate in diversi libri solitamente divisi per materia; la forma spesso di codice unico. E' quindi possibile una ricerca che partendo da casi concreti si proponga di individuare le linee tendenzialmente costanti della struttura di uno statuto. L'edizione dello statuto vicentino del 1264 si propone di essere un elemento di questa analisi. Esso infatti è organizzato in modo piuttosto coerente, rispettando puntualmente la divisione in rubriche. E' stato possibile ricondurre questa struttura a un data model gerarchico, ovvero alla tipica codifica treelike di un documento Xml
2. RETRODIGITAZATION AND NEW EDITION
Naturalmente una buona trascrizione rappresenta la base di partenza, tuttavia l’esistenza di edizioni a stampa precedenti, che rappresentano comunque “uno stato del testo”, pongono il problema in un’altra prospettiva. Indipendentemente dalla soluzione che si vorrà adottare nei confronti delle edizioni precedenti, e che sarà diversa caso per caso, emerge chiaramente come la codifica digitale consenta di scegliere liberamente, permettendo di gestire contemporaneamente diversi apparati e diverse edizioni critiche, favorendone se del caso il confronto e l'integrazione. Nel caso specifico si era all'inizio considerata l'ipotesi di conservare e valorizzare l’edizione ottocentesca a stampa [Lampertico, 1886], e in base a tale ipotesi di lavoro si era proceduto con il mark-up del primo libro. Successivamente si è scelto di “ritornare al manoscritto”, proponendo invece una nuova edizione digitale che parte dalla trascrizione “base” del testo del 1264 e che permette di visualizzare le aggiunte e le revisioni manoscritte successive, trascurando le interpretazioni proposte nella stampa. Insomma, non solo il data model ma anche la composizione per così dire “stratigrafica” di queste fonti, dovuta ai continui aggiornamenti e modifiche, risulta perfettamente adatta ad una rappresentazione informatica, che a differenza della pagina stampata, recupera la mobilità originale del testo manoscritto.
3. ENCODING
Tra i diversi sistemi di codifica abbiamo optato per lo standard TEI, facendo il più possibile riferimento alla nuova versione P5. Questo ci ha dato la possibilità di inserire una particolareggiata serie di metadati descrittivi della fonte manoscritta. Il lavoro (tutt’ora in corso) procede per livelli: un primo livello di marcatura prevede la rappresentazione formale del testo di base; un secondo la rappresentazione dei segni di correzione, delle aggiunte e di tutte le modifiche successive, sottolineando anche il rapporto con le altre fonti utilizzate per ricostruire il testo originale; infine un terzo livello prevede la codifica delle espressioni referenziali, quali i nomi di persona e di luogo. Questo tipo di modularizzazione del lavoro permette di gestire il workload e limitare i problemi organizzativi anche in condizioni di penuria a vario livello di risorse. Il riferimento a uno standard internazionale ha inoltre permesso di fruire di una knowledge base ampia e articolata, permettendo curve di apprendimento particolarmente elevate. Per quanto riguarda l'edizione finale e la pubblicazione, la scelta di Xml ci permette il definitivo superamento del prodotto digitale su supporto fisico, ancora così diffusa nella comunità degli studiosi seppur così deleteria per la conservazione, per volgerci a una diffusione sul web di volta in volta aggiornata rispetto agli standard tecnologici.