Scheda codicologica


Vicenza, Biblioteca Civica Bertoliana (BCB)

Ms. 564

1264, lat. membr., mm. 282 x 217 (coperta mm. 286 x 227), 2 carte di guardia cartacee (una anteriore e una posteriore) + 1-101. Le carte presentano due diverse numerazioni, entrambe segnate a penna in cifre arabe nel margine esterno, in alto a destra, del recto. Quella posta più in alto, probabilmente ottocentesca, inizia con il testo del primo libro e prosegue con regolarità fino alla fine (si è seguita questa nell'analisi). Quella posta più in basso, più antica, forse cinquecentesca, talvolta depennata con un tratto a matita, inizia anch'essa dal testo del primo libro, ma partendo dal numero 4 e quindi conta 3 unità in più rispetto alla precedente (4 unità da c. 48 poichè manca carta 47, prosegue poi con regolarità); ciò permette di ipotizzare l'originaria presenza di un fascicolo iniziale contenente l’indice statutario. Quest'ultima cartulazione indica l'esatta sequenza del testo (così ricostruita anche nella stampa del 1886), ponendo prima la carta 44 e poi la carta 43; al contrario seguendo la fascicolazione attuale del ms. e la cartulazione ottocentesca, per ricostruire l'originale sequenza del testo si deve eseguire un’inversione, ponendo prima la carta 41 e poi la carta 40; ciò indica probabilmente che il codice ha subito almeno una rifascicolazione prima dell’ottocento.
E' totalmente bianca la carta 29v.


Note:
All'interno del piatto anteriore della coperta è indicata a matita la segnatura Mazzatinti n. 558 (in G. Mazzatinti, Inventario dei manoscritti della Biblioteca Bertoliana, 2, Forlì, 1892); inoltre è indicata a penna, presumibilmente, l'antica collocazione "G.7.11.1. / Cod. membr. XIII / anno 1264" ed è incollata una fotocopia dell'edizione a stampa del 1886 contenente la breve descrizione codicologica del manoscritto.
La carta anteriore di guardia porta scritto sul recto, al centro, in inchiostro bruno e grafia probabilmente risalente al XVI secolo: "Primo / MCCLXIIII"; segue sotto, sempre al centro, scritte trecentesche poco leggibili x' trattate, infine segue sotto "Statuta", più altre prove di penna (lettere). Nella parte superiore del verso, sempre in inchiostro bruno e grafia probabilmente risalente al XVI secolo: "In M.o quing.mo quinquag.mo Inditione terciadecima, die / veneris vigesimo quinto mis januarii / Putatum pro Magcum duum Hier.m de Garzatoribus / Aloys ants de Massaria /Rasonerius communis subscripti".

Lo specchio di scrittura è a piena pagina (circa mm. 222 x 150 circa), contiene 31 righe per 30 linee di scrittura, con variazione di poche righe nelle carte aggiuntive (Ad esempio a c. 88v: 37 linee di scrittura; a c. 89r: 33 linee di scrittura). La rigatura è stata realizzata a secco e pertanto è poco visibile (si veda ad esempio c.46r). Nell'ultimo quaternione + binione mutilo (cc. 92r-101v) vi sono 33 righe per circa 28 linee di scrittura, la rigatura è realizzata con mina di piombo.


Il codice è redatto principalmente in scrittura gotica, littera textualis, ma presenta nei margini aggiunte in corsivo; si possono distinguere cinque mani diverse:


Il testo complessivo è in inchiostro bruno scuro; alle carte 88v-89r l'inchiostro tende più al nero (manoA), mentre nelle cc. 92r-101v è bruno più chiaro (mano2); i titoli dei libri e le rubriche sono in inchiostro rosso. Sono presenti 142 iniziali in rosso, talvolta filigranate, pari a circa due o tre o cinque linee di testo (e comunque maggiori di 1 linea); all'inizio del secondo, terzo e quarto libro l'iniziale rossa S è particolarmente decorata in penna rossa e all'inizio del secondo e terzo libro le prime parole della rubrica sono in maiuscolo con piccole filigranature in penna bruna. Inoltre vi sono 1051 piè di mosca in rosso (quelli ancora visibili) e altri segni di paragrafo rossi; 49 piè di mosca e altri segni di paragrafo in penna bruna, presenti nelle aggiunte fatte dalla manoA. Spesso vengo usati codini talvolta contornati in penna rossa e serpentine, notabene, asterischi, lemnischi, obeli, manicule o altri segni per evidenziare alcune parti del testo. Per le aggiunte (fatte dalla manoA) al di fuori del testo si trovano spesso segni di rinvio da cui si prolungano linee di conduzione che portano alla aggiunta; le aggiunte si trovano nei margini della pagina e talvolta sono incorniciate a penna.


La coperta, non originale (settecentesca, si vedano anche gli altri Statuti precedentemente appartenuti all'antico Archivio di Torre), è in cartone rivestita in pelle con cornici geometriche e decori floreali impressi sui due piatti; il dorso è a tre nervi con due etichette, quella superiore con la scritta "G /Statuti" e quella inferiore poco leggibile "[Statuto] / del / Comune di Vicenza / [Ms.] 764 / […]"; la coperta misura mm. 286 x 227; lo spessore del dorso circa mm. 32 e altezza circa mm. 285.


Composizione:
Il codice è composto da 14 fascicoli che non seguono la divisione del testo, perché, come già detto, il codice è stato probabilmente rifascicolato:
1 quaternione (quinione mutilo dell'ultima carta se considero la guardia, cc. 1-8), 2 quaternioni (cc. 9-24), 1 quaternione (cc.25-31) mutilo della sesta carta, 1 quaternione (cc. 32-39), 1 quaternione mutilo delle ultime due carte (cc. 40-45 + 2 mancanti), 1 ternione (cc. 46-51), 6 quaternione (cc. 52-99), 1 binione mutilo delle ultime due carte (cc. 100-101).


Testo:
Incipit: A summa potentia Creatoris
Explicit: ...ut venue debeant ad dominum

La composizione del testo è:



Integrazioni:
L'edizione a stampa del 1886 dello Statuto del 1264 conservata presso la Bertoliana di Vicenza, è stata revisionata probabilmente dal Lampertico stesso che ha confrontato il testo del 1264 con quello del 1311 (BCB, ms. 566); in particolare partendo dal libro terzo e quarto (p. 117, vol. I e vol.II, prima vi sono correzioni del testo statutario a matita al lato del testo a stampa con punti di domanda e possibili varianti) Lampertico, nei fogli per le annotazioni aggiunti ai volumi ottocenteschi, trascrive quelle parti dello Statuto del 1311 che risultano diverse dallo Statuto del 1264 e talvolta quando il testo è uguale scrive "idem"; rileva inoltre anche differenze di singole parole o di singola lettere. Partendo da queste indicazioni si è proceduto di nuovo al confronto tra i due manoscritti statutari (del 1264 e del 1311) per riuscire ad integrare quelle parti di testo illeggibili per usura o per mutilazione del supporto. In particolare il testo delle aggiunte fatte dalla manoA nello Statuto del 1264, che talvolta è risultato uguale ad alcune rubriche del 1311, è stato completato grazie a questo paragone.



Stato di conservazione:
Il manoscritto è molto danneggiato; presenta carte rifilate ed erase in alcuni punti, con inchiostro sbiadito soprattutto nei margini esterno, superiore ed inferiore dove compaiono le aggiunte.